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venerdì 1 dicembre 2017

Chills di Mary Sangiovanni - Recensione

Buongiorno sognatori e sognatrici,
oggi la nostra recensionista Lya ci parla di Chills, ultimo romanzo horror/thriller di Mary Sangiovanni.
Titolo: Chills
Autore: Mary Sangiovanni
Genere: Horror/Thriller
Pagine: 236
Prezzo: ebook 3,99 cartaceo 12,90
Link di acquisto: https://goo.gl/gnEGBv

Trama: Tutto comincia con una brutale nevicata a maggio. L'area più colpita è la cittadina rurale di Colby, nel Connecticut. Le scuole e le attività sono chiuse, la rete elettrica è fuori uso, e il detective Jack Glazier trova un cadavere nella neve. Sembra essere la vittima di un bizzarro omicidio rituale. Non sarà l'ultima. Mentre la neve si accumula, così si accumulano i sacrifici. Tagliato fuori dal resto del mondo, Glazier si allea con una specialista dell'occulto per scovare la società segreta che si nasconde tra loro. Gli dei che adorano sono inimmaginabili. I poteri che evocano sono inarrestabili. E le cose che faranno alla brava gente di Colby sono profondamente, orribilmente innominabili.

Recensione: Non è per nulla facile, per me oggi, recensire il romanzo di Mary Sangiovanni. Non ero preparata a ciò che mi ha raccontato, alle vicende accadute nella città di Colby in Connecticut.
Di fatto è uno di quei libri per i quali ho sempre detto “non fa per me”: il genere horror; eppure non ho potuto fare a meno di divorarne le pagine.
L’autrice è stata incalzante sin dal primo capitolo, presentando al lettore una città sommersa dalla neve, una neve innaturale per il mese di maggio.
Un primo omicidio e poi un susseguirsi di eventi tragici, cui un nugolo di persone cerca di dare spiegazione: il tenente Jack Glazier e la sua task force, che include un’esperta in arti occulte, Kathy Ryan.
È quest’ultima la prima a essere presentata al lettore, con la sua storia difficile e tragica; un aspetto duro, forse poco femminile. Eppure chi la osserva con attenzione e la conosce da tempo, riesce anche a individuarne i lati più sensibili. Peccato che la maggior parte della gente si fermi solo alle apparenze e quasi la rifugga.
Era come se pensassero che i resti della sua attività - vibrazioni negative ultraterrene, maledizioni, possessioni e malvagità – le rimanessero attaccati ai vestiti e ai capelli come gli odori o il fumo, e che quelle cose intangibili potessero in qualche modo avvelenare il loro spazio o infettarli se si fossero avvicinati troppo.

Lentamente il romanzo si dipana lasciando il lettore a bocca aperta. Ammetto di essermi scoperta a leggere con un’espressione indecifrabile stampata sul viso. Non nego neppure di aver disseminato la mia lettura con parecchie esclamazioni molto più colorite e sincere di un semplice “caspita!”
Sì perché gli eventi non lasciano un attimo di respiro. In tutto il romanzo è presente la voce narrante e l’autrice riesce a raccontare in modo differente anche ciò che potrebbe non esserlo. Di fatto la morte è morte, dovrebbe essere uguale per tutti ma quando meno te lo aspetti si avvinghia a un personaggio, lo divora, lo scarnisce. A volte la si vede in faccia attraverso il racconto di un testimone, altre nelle sensazioni e nel terrore provati dalla vittima un istante prima della propria fine.
Una setta pericolosa, quella della Mano delle Stelle Nere, ha un progetto di morte per la città che diventa una sorta di portale, e per l’intera umanità. Quando la Mano “tocca” una persona, le brucia l’esistenza, la mente, tutto. Sua complice e mezzo di distruzione è proprio la neve che pericolosamente avvolge ogni cosa.

I pesanti banchi di neve che divoravano il suono, seppellendolo sotto mini valanghe provenienti da tetti e grondaie, ricordavano ai pochi sopravvissuti che le terribili cose silenziose erano ancora là fuori. E il vento, il basso e funereo lamento, era onnipresente. Entrava negli edifici (e nelle persone) attraverso qualunque apertura disponibile: ogni fessura non sigillata, ogni foro scavato dalle intemperie, ogni gola irritata nella disperazione di non riuscire a rivedere la luce del sole. Soffocava i sospiri mortali e gli scricchiolii del corpo e toglieva le parole direttamente dalle labbra.

In certi frangenti non si può provare nulla, ci si deve difendere per non soccombere a ciò che si vede. È fondamentale non avvertire il dolore e guardare tutto come se ci fosse uno schermo di difesa e la migliore protezione è osservare con indifferenza. Questo è quello che tentano di fare il tenente Glazier o il suo fidato investigatore Reece Teagan, ma anche la dura Kathy Ryan. Almeno finché non scoprono che la Mano è molto più vicina a loro stessi di quanto non credano.
L’autrice descrive le mostruose creature che popolano il romanzo con una precisione e una puntualità che non confonde il lettore neppure per un attimo, anche quando ci si trova per la prima volta di fronte a un essere che si deve immaginare di tutto punto. Le azioni sono repentine, ti fanno fagocitare le righe una dietro l’altra, lasciandoti con la gola secca. Personalmente ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a un film apocalittico trasmesso in tv, dove tutto è chiaro, comprensibile, anziché dentro un romanzo. Eppure gli esseri presenti hanno diverse forme, un lettore potrebbe avere difficoltà a seguire i loro mutamenti. La bravura di Mary Sangiovanni sta proprio qui, invece.
Chills (Brividi) è un romanzo dove nessuno resta indenne dai colpi della neve, dalle creature che la popolano. L’uomo, la Terra, sono elementi piccoli di un universo immenso. Tuttavia, di fronte a una calamità come quella che vivono i protagonisti (nessuno particolarmente credente), ognuno si rivolge a un Dio salvatore, l’unico che può proteggere e sottrarre alla morte. Proprio come ci ritroveremmo a fare un po’ tutti in caso di pericolo, di fronte a qualcosa più grande di noi e questo, a mio avviso, dà un tocco di realtà all’intero apocalittico e adrenalinico romanzo.
L’autrice ha uno stile impeccabile, la sua scrittura scivola via anche se alcune volte utilizza termini che possono risultare meno comprensibili e comuni a chi non sia divoratore di testi o non abbia una preparazione classica. Una piccola confusione si crea, infine, con la presenza di due nomi molto simili tra loro: Kathy e Katie (l’ex moglie del tenente). L’editing è nel complesso accurato anche se ho riscontrato delle ripetizioni che forse la casa editrice non ha ritenuto opportuno correggere, o magari strettamente legati alla traduzione, e che comunque non inficiano l’intera opera. Se ci sarà un seguito non è dato saperlo, anche se il finale lascia aperto un piccolo spiraglio. Personalmente mi auguro che l’americana Mary Sangiovanni (e la Dunwich Edizioni) ci regali un altro ottimo romanzo come questo.

Voto: 

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